mercoledì 23 settembre 2009
The Orphanage (Juan Antonio Bayona, 2007)
Da grande fan dell’horror quale sono mi sento in dovere di esprimere tutto il mio entusiasmo per l’opera prima di Juan Antonio Bayona, vincitore in patria (Spagna) di ben 7 premi Goya. Sotto la supervisione di Gulliermo del Toro, produttore per l’occasione, Bayona prende in prestito molti dei luoghi comuni dell’horror cosiddetto abitativo – un orfanotrofio infestato da fantasmi, la mamma a cui nessuno crede e un bambino con amici immaginari al seguito – e crea una favola gotica, che rimanda indubbiamente ai canovacci di stampo orientale con pargoletti ululanti in cerca d’affetto e protezione. La trama è sostanzialmente banale ma Bayona gira con enorme sapienza senza mai cadere in pause didascaliche e alzando il ritmo nelle fasi finali. The Orphanage ha più di qualche affinità con The Others, soprattutto per l’ambientazione casalinga, ma ha nella figura materna un inequivocabile punto di tangenza con Dark Water. Tirando le somme non nascondo il pizzico di pelle d’oca provato nell’attimo “congiungente” finale (un altro punto in comune con Dark Water) con tanto di occhi lucidi, e costatando che versare una lacrima (non d’angoscia) al cospetto dell’iconografia horror è pressoché impossibile, al termine della visione di The Orphanage mi rendo conto di aver davvero per 100 minuti circa spento il mondo intorno a me per sentire sulla pelle il freddo respiro dei fantasmi. Voto 8.
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Grande Gio, grazie al tuo blog ricevo informazioni preziose che mi aiutano a salvare le mie serate senza il pericolo di trovarmi deluso e annoiato dopo quasi 2 ore di visione, continua così
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