giovedì 24 settembre 2009

Vivere e morire a Los Angeles (William Friedkin, 1985)

Dal regista di L’esorcista, Vivere e morire a Los Angeles è un noir incredibilmente violento che si avvale della Città degli Angeli come sfondo lurido e desolato ad una storia di per sé altrettanto “degradata”. L’agente federale Chance (William L. Petersen) è sulle tracce del falsario Masters (Willem Dafoe) per vendicare la morte del suo anziano collega. Pur di mettere le mani sull’uomo oltrepassa la sottile linea che divide giustizia e criminalità arrivando a rubare dollari veri per acquistare una partita di soldi falsi. Il finale è un vero pugno nello stomaco che ribalta gli ossidati meccanismi del cinema contemporaneo, per il quale il protagonista raggiunge meritatamente la salvezza o muore in modo plateale e retorico. Gli inseguimenti, specie quelli “a piedi”, sono ben fatti e sorvolando l’interpretazione magistrale di Willem Dafoe sono rimasto particolarmente colpito dalla prova e dalla “fisicità” di William L. Petersen (che avevo già ammirato in Manhunter), antieroe tout court privo di qualsivoglia caratura etica e mosso soltanto da un sentimento: la vendetta. Voto 7.5.

2 commenti:

  1. l'ho visto l'altra sera, devo dire che superati i terrificanti titoli d'apertura in vernice, stile anni'80, è davvero un film ben fatto :) William Dafoe al massimo della sua adolficità è molto credibile :), scorrevole la storyline, bello e tosto il finale e molto apprezzati i tocchi quasi horror-splatter delle sparatorie. Una curiosità personale da azzeccati: è sembrato solo a me che la scena dell'inseguimento nel viadotto sia ripresa pari pari in una delle missioni di Grand Theft Auto(non ricordo quale versione)?

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  2. Non sono un fan di Grand Theft Auto ma è probabile xkè da come ho letto il regista Friedkin è un maestro delle scene di inseguimento...

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