domenica 11 ottobre 2009

Il trittico all’italiana

In barba a chi sostiene che il cinema italiano sia in crisi vi propongo tre film d’autore:
Il papà di Giovanna (Pupi Avati, 2008): Pupi Avati è sinonimo di garanzia. Raramente chi sceglie il regista bolognese resta deluso. Vedere La seconda notte di nozze per credere perché Il papà di Giovanna è sulla stessa lunghezza d’onda. Sullo sfondo dei primi sfaceli razziali del fascismo osserviamo il rapporto doloroso tra Michele (Silvio Orlando), padre premuroso e insegnante di liceo, e la figlia Giovanna, ragazza dal dark side quanto mai esplicito. Un giorno, che cambierà la storia di entrambi, Giovanna uccide per gelosia la sua migliore amica. Di qui ha inizio il viaggio tra i meandri oscuri dell’animo umano: mentre il mondo intorno implode rovinosamente, l’amore per una figlia vive al di fuori di qualsivoglia dimensione spazio-temporale. Chapeau. Voto 9.
La giusta distanza (Carlo Mazzacurati, 2007): in un paesino desolato dalle ossidate gerarchie arriva una giovane ed avvenente insegnante che attira suo malgrado le attenzioni dell’intera comunità. In molti ci proveranno con lei: chi in modo viscido, chi riesumando i “fasti” del romanticismo. A spuntarla sarà un meccanico extracomunitario. Poi un giorno il sogno si spezza: il corpo senza vita della ragazza viene ritrovato sulle sponde del lago. Inutile sottolineare su chi cadano le colpe. Fil rouge dell’intera storia è un giornalista in erba, non di certo un eroe tout court, dato che scartabella tra le e-mail della protagonista, ma con il pregio di sbrigliare abilmente (anche se purtroppo in ritardo) la matassa, salvando la memoria di chi ha pagato a caro prezzo le conseguenze di una società arcaica. Altro che il sopravvalutatissimo La ragazza del lago. Voto 7.5.
Il pranzo di ferragosto (Gianni Di Gregorio, 2008): supportato in fase di distribuzione da Matteo Garrone (regista di Gomorra), Il pranzo di ferragosto è quasi un instant movie ambientato tra il 14 ed il 15 agosto: il protagonista è un uomo di mezz’età che vive in compagnia della sua anziana mamma, fin quando un giorno per una serie di coincidenze si ritrova a dover ospitare altre 3 vetuste signore (abbandonate momentaneamente dai parenti vacanzieri).Dinanzi ai nostri occhi si presenta una galleria degli orrori; dalla mamma che appare come una mummia in cerca dell’eterna giovinezza alla “rimbambita” ostinata a ripetere sempre le stesse passando per la “libertina” a caccia di divertimento. Non è riduttivo parlare di freak-show (e il cast, senza grandi nomi, è comunque stratosferico). Si sorride e si scherza sul tema dell’anzianità e sull’accezione di maturità: il trascorrere degli anni ci aiuta a crescere o a tornare bambini? Voto 8.

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