domenica 25 ottobre 2009

La notte non aspetta (David Ayer, 2008)

Storie di distintivi bagnati nel sangue. Per servire e proteggere. E in questo caso voglio proteggere voi spettatori. Non fatevi ingannare dal titolo, la notte può aspettare, soprattutto se in mezzo ad una storia ricca di topoi (detective corrotti, complotti abominevoli e bande latine) manca il cuore. I Padroni della notte - quello si che era un film - un sudicio viaggio nel mondo suburbano della giustizia “malavitosa”, al confronto è un capolavoro (no che non lo sia). David Ayer, aiutato in fase di sceneggiatura da James Ellroy (come rovinarsi una carriera), muove la macchina da presa con la stessa inutilità di un cappotto ai Caraibi. Il cast sarebbe anche promettente, ma l’illusione è rapida quanto il battito d’ali di un colibrì: Keanu Reeves sembra chiedersi “chi cavolo me l’ha fatto fare”, Forest Whitaker (L’ultimo re di Scozia) è sprecato in un ruolo alquanto convenzionale e Hugh Laurie sfoggia tutti i suoi vezzi doctorhousiani. Il film sbraita in un ping pong di tradimenti annunciati cercando invano di non affondare e culminando in una sorta di redenzione evangelica, ma quando la pelle non si accappona allora qualcosa non va. Forse al termine anche voi esclamerete “Chi cavolo me l’ha fatto fare”. Voto – 4.5.

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