sabato 5 febbraio 2011
Le cocenti delusioni del 2010
Robin Hood: tutti, dagli addetti ai lavori ai semplici spettatori, attendevano un clone de “Il Gladiatore”. I primi a mo’ di critica, i secondi con una speranza di bis nel cuore. Invece Robin Hood ha deluso entrambi. Come è possibile? Chiedetelo a Ridley Scott. Per una settimana il vero principe dei ladri è stato il cassiere del cinema.
L’ultimo dominatore dell’aria: qui Shyamalan è effettivamente indifendibile. Sarà che i suoi precedenti capolavori mi hanno ben viziato, ma l’unica domanda che riesco a porre ora è Perché???
Io, loro e Lara: qualcuno fermi Verdone. Non basta abbozzare una simpatica sceneggiatura per battere i proseliti di De Laurentiis. I suoi ultimi personaggi sono banali macchiette che al termine di un percorso per nulla veritiero hanno anche il coraggio di sfoggiare una morale.
Alice in Wonderland: i fan di Tim Burton amerebbero i suoi film anche se fossero incentrati sulle gesta di un caterpillar in calore. Chi ama il cinema tout court si è rotto invece le palle di vedere Johnny Depp ridotto a un ammasso di smorfiette e sorrisoni stranianti.
Shutter Island: al di là di una performance stratosferica del maturo Di Caprio resta un film scritto a tavolino. Scorsese riduce l’horror a un artificioso meccanismo piazzando l’oramai logoro colpo di scena ribaltatore, ma l’invenzione figlia del “sesto senso” ha fatto già il suo tempo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento