giovedì 12 aprile 2012

Cannibal Ferox (Umberto Lenzi, 1981)



Cast: John Morghen (Giovanni Lombardo Radice), Lorraine de Selle, Zora Kerowa, Bryan Redford (Danilo Mattei), Robert Kerman
Genere: Horror Amazzonico
Durata: 92’
Paese: Italia
Voto: 6.5

Gloria (Lorraine de Selle), ricercatrice ed antropologa newyorkese, sbarca in Amazzonia con Pat (Zora Kerowa) e il fidanzato fotografo (c’è sempre un fotografo in queste spedizioni) per dimostrare che il cannibalismo non è altro che “un alibi creato dal colonialismo razzista” e al fin di “avere un solido sostegno alla tesi di laurea”(se oggi le tesi di laurea fossero così…). Meanwhile nella Grande Mela la polizia è sulle tracce di due spacciatori, guidati dal furbo Mike (Giovanni Lombardo Radice), fuggiti proprio sul Rio delle Amazzoni e interessati, questi ultimi, ad un carico di smeraldi da poter trafugare ai danni delle tribù locali. Dopo 10 minuti dove i protagonisti brancolano nella foresta, sintetizzando cotanto smarrimento in un “non potevamo andare ad Acapulco invece di questo posto di merda?”, il trio guidato da Gloria si imbatte proprio in Mike (quante possibilità ci sono che due persone di New York si ritrovino in una landa dispersa della Colombia?). Il dannato spacciatore non tarda a palesare la sua indole menzognera millantando d’esser aggredito da un gruppo di indios cannibali, a cui è scampato per miracolo. Il fascino di suddette dichiarazioni finisce per abbindolare l’arraPata Pat che, senza batter ciglio ma battendo come una mignotta, si lascia coinvolgere da Mike in un gioco al massacro da perpetrare ai danni dei poveri indigeni. Tale atteggiamento sobilla le maestranze indios finendo per accendere una rivolta che verrà consumata a suon di antropofagia (e qui la tesi di laurea va tranquillamente a puttane, eppure alla fine…). Sono passati due anni dall’uscita di Cannibal Holocaust e Umberto Lenzi, abituato a ben altri generi, ha l’arduo compito di non far rimpiangere il capostipite. E ci riesce alla grande perché se il prodotto di Deodato aveva sì il pregio di inaugurare il mockumentary con 20 anni di anticipo, peccava vistosamente in ritmo e fluidità narrativa. Lenzi al contrario adopera la trama da pretesto per un film rapido ed incalzante. Le torture inoltre non mancano di fantasia: evirazioni, ganci nelle tette e scotennamenti con tanto di buffet da far invidia a Mr. Lecter. Purtroppo da segnalare le sadiche cattiverie (solite del genere) ai danni di poveri ed indifesi animali, da condannare a prescindere, in questo caso inutili, ostentate e gratuite, e soprattutto forzate quando mostrano “lotte” impari tra animali. Sicuramente un prodotto shock che, anche a causa di questi martiri sopraelencati, è stato negli anni rinnegato da tutti gli attori e in primis da Giovanni Lombardo Radice, vero e proprio one man show dell’intera operazione. Voto: 6.5.

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