Cast: Daniel Craig, Rachel Weisz, Naomi Watts, Marton Csokas, Elias Koteas
Genere: Horror
Durata: 91’
Voto: 5
Will Atenton (Daniel Craig), noto editore e scrittore, abbandona il proprio lavoro per dedicare maggior tempo alla famiglia. Cogliendo la palla al balzo ne approfitta per cambiare casa e per sviluppare, in una tranquilla realtà periferica, l’idea di un nuovo romanzo. Purtroppo negli States, come il cinema insegna, una casa su due è infestata; senza scomodare il sempiterno cimitero indiano qui ci troviamo di fronte ad un altro leit-motiv del genere, ovvero l’abitazione-recentemente-teatro-di-uno-sterminio-familiare. In questo caso a macchiarsi di tale scempio è stato il padre, rilasciato in fretta e furia dal manicomio e ora, a quanto pare, a piede libero. Dopo strani avvenimenti che scaraventano nel terrore la moglie (Rachel Weisz) e le due figliolette, Will, ulteriormente insospettito dal misterioso atteggiamento dei vicini (Naomi Watts e Marton Csokas), opta per la più ossidata delle indagini personali avventurandosi nel vicino istituto psichiatrico, dove suo malgrado dovrà tirar fuori qualcosa in più di un semplice scheletro dall’armadio. Come avete ben intuito qui c’è un altro classico partorito dall’horror del terzo millennio: il twist che ti costringe a rileggere e reinterpretare ciò che hai visto fino a quel punto. Il vero colpo di scena è che suddetta rivelazione giunge a metà film!! AVVERTO: NON CI SARANNO SPOILER. Un aficionado del genere come me si è chiesto a cosa sarebbe andato in contro dato che alla mercé della trama c’erano altri 45 minuti. L’ansia di un disastro ha ricevuto i suoi palliativi quando il tank narrativo ha imboccato la strada del dramma psicologico restando coerente ad un’idea di narrazione introspettiva. Poi in men che non si dica la tragedia. A 10 minuti dal termine, quando i giochi sembravano fatti e gli scheletri erano lì per rientrare nell’armadio, sbuca un contro-twist assurdo ed orrendo che sembra uscito da un thriller di serie C scritto appositamente per Nicolas Cage. Come vanificare un’idea carina, anche se inflazionata, con un semplice colpo di coda?? Chiedetelo a Jim Sheridan, lo stesso autore di capolavori come The Boxer e In nome del padre. Oppure rivolgete la domanda a Elias “prezzemolino ogni minestra” Koteas, che appena mette piede in un horror riesce a rovinarlo in modo irreversibile. Voto – 5.
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