giovedì 26 aprile 2012

Pontypool (Brue McDonald, 2008)

Cast: Stephen McHattie, Lisa Houle, Georgina Reilly, Hrant Alianiak Genere: Horror Durata: 94’ Paese: Canada Voto: 7 Alla stazione radiofonica CLCI della tranquilla cittadina di Pontypool giunge il conduttore Grant Mezzy, noto come personaggio alquanto sopra le righe, soprattutto per le equilibrate dinamiche della trasmissione mattutina di cui sarà maestro di cerimonie. Grant riesce ad adattarsi agli schemi, ma improvvisamente un virus incontrollato si diffonde in città causando assurdi episodi di violenza culminanti, sporadicamente, in crudi atti di cannibalismo. Per Grant, barricato nella stazione con un’assistente e la produttrice del programma, non sarà un giorno come tanti altri. Quasi per intero ambientato nella stazione di cui sopra, Pontypool è un piccolo gioiello di scrittura e inventiva, che nel decennio del torture porn dove l’orrore, e non il terrore, ci è letteralmente sbattuto in faccia risulta quale voce fuori dal coro e in quanto tale prodotto da tutelare con i denti. A tratti E venne il giorno, in altri frangenti La città verrà distrutta all’alba questo a differenza dei due scegli per un’ora di nasconderci l’horror prettamente visivo, precipitandoci in un angosciante caos, tra telefonate e interventi radiofonici difficili per lo spettatore da catalogare come veritieri o non. In questo McDonald omaggia esplicitamente l’impresa che compì Orson Welles quando, rileggendo La guerra dei mondi, gettò una nazione nello scompiglio annunciando un’imminente invasione aliena. Dopo un giro di lancette che fanno gridare al capolavoro l’opera del regista canadese perde qualche colpo trasformandosi in uno zombi movie per poi tornare nuovamente nei ranghi della dialettica quando c’è da tracciare l’epilogo, quest’ultimo forse troppo ambizioso. Pontypool resta comunque un film prezioso, che ancora una volta ci mostra (come il bellissimo Them) i punti chiave per una perfetta produzione low budget, ricordandoci quanto per il cinema sia importante il “come” e non il “cosa”, e sottolineando inoltre il potere (qui mefistofelico) del racconto, e del mezzo tramite il quale esso si manifesta: la parola. Voto: 7.

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