Cast: Manuela Velasco
Genere: Horror
Durata: 85’
Si torna a Barcellona, numero civico 34 della Rambla di Catalunya (location top secret nel capitolo precedente), stesso condominio stessa pandemia e si ricomincia - camera a spalla - lì da dove avevamo finito. Sono tutti morti? A scoprirlo a loro spese saranno 4 agenti speciali coadiuvati da un esorcista americano, in missione nel nome del Vaticano, che ne sa letteralmente una più del Diavolo. Il film comincia come il primo livello di SWAT, con una squadra anticrimine totalmente impreparata (e il povero Martos mandato allo sbaraglio), e poi, svelati gli interessi del prete, vira bruscamente verso l’horror a sfondo demoniaco. Ma a metà plot il meccanismo narrativo fa come back sbattendoci nuovamente all’inizio della storia e ci presenta 3 ragazzini, intrufolatisi di stramacchia nell’edificio, ignari della sciagura in atto e muniti anch’essi di telecamera digitale. Grazie ad un inaspettato rewind qualche passaggio precedentemente irrisolto assume fattezze ora consone e il timore di una monotonia tematica (la ricerca ossessiva del siero) è abilmente respinto. Il ritmo cala però nel finale quando i due gruppi si compattano e la claustrofobica realtà condominiale cede il passo ad una dimensione soprannaturale, ricca di trabocchetti visivi e, ahimè, cliché narrativi. L’opera dell’accoppiata Balaguerò-Plaza centra sostanzialmente il bersaglio ricordandoci come il concetto di horror - mockumentary (documentario fittizio) non si limiti al semplice ed esasperante abuso di riprese da mare forza nove (vedi Cloverfield).
Inoltre c’è un interessante parallelismo da proporre, con quesito annesso, per chi abbia visto sia il dittico di REC che Diary of the Dead (quinto e penultimo capitolo della saga di Romero). Nel “capolavoro” di Romero, girato con la medesima tecnica del mockumentary, al termine capivamo chi aveva montato l’intero film e la successione delle sequenze aveva un senso. Ma in REC tutto ciò resta un mistero. Rec significa registrato. E’ tutto quindi già accaduto. A quest’ora l’epidemia avrà forse distrutto l’intera Spagna. Quindi… chi ha montato le scene? Chi ha alternato in fase di registrazione le varie riprese? Lo scopriremo probabilmente nell’ultimo “obbligatorio” sequel (resta da capire quanti ne siano). Voto – 7.
Note - presenti al cinema una trentina di unità tra cui:
Tonino Esposito (Spettatore Saccente di Cecchipaoniana memoria) – odioso già all’altezza di Meta di Sorrento. Sua la massima “Il Diavolo è donna!” (Guida ai luoghi comuni del Tonino Pensiero)
Antonella (Spettatrice Esordiente) – al debutto regge magistralmente per 90 minuti nonostante qualche imbonitore le abbia assicurato l’assenza di sostanze ematiche sul grande schermo.
Ciccio (Spettatore – promotore) – propone, organizza, si barcamena su internet tra orari e programmazioni e tira fuori dal cilindro un filmetto niente male. Chapeau.
Giovanni (Spettatore Intenditore o Presunto Tale) – dovrebbe essere il cinefilo della comitiva ma a fine visione non ci ha capito evidentemente una mazza. A chi gli chiede lumi sulla trama risponde con sguardo perso.
Aldo (Spettatore Neofitahorror) - s'accorge da subito che sedersi nel posto sbagliato equivale a una condanna eterna. E dopo appena un minuto la Giustizia Divina fa il suo ingresso: "Scusa ma questi sono i nostri posti"
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Concordo sul voto al film ed anche sull'odiosità di Tonino.
RispondiElimina'perchè che la donna sia il diavolo è un vecchio clichè'