mercoledì 20 gennaio 2010

Il messaggero (Peter Cornwell, 2009)

Cast: Virginia Madsen, Elias Koteas, Kyle Gallner
Genere: Horror
Durata: 98’

Titolo originale: The Haunting in Connecticut. Dove Haunting sta letteralmente per “ossessionante” (ma fa riferimento più che altro a “infestato dagli spettri” - Haunted), the sta per “The”, in sta per “in” e “Connecticut” sta per “tratto da una storia vera”. Ricordate… se nel titolo appare il nome di uno stato americano allora ci si rifà a fatti (ir)realmente accaduti (Es: Non aprite quella porta ovvero The Texas Chain Saw Massacre). E dopo 4 secondi, a zittire ogni dubbio, ecco stagliarsi sullo schermo l’effigie “Based on true story”. Più che un’effigie un epitaffio. Perché starsene lì a capire cosa sia vero e cosa ad capocchiam è un gioco al massacro (e non bastano le didascalie finali). Il più delle volte si tratta di colorite leggende metropolitane, eppure se vi presentate sul luogo i nativi vi manderanno da un rubizzo vecchietto pronto a giurarvi che sia tutto realmente accaduto. Provate ad andare in Connecticut, chiedete della famiglia Sdeneker e vedrete. No, non sto delirando. Sto soltanto prendendo tempo perché su questo film c’è ben poco da dire. Il messaggero è l’ennesimo fallito tentativo di Horror Abitativo. Luoghi comuni come d’autunno al suolo le foglie: casa infestata nelle fresche frasche, mamma facilmente esauribile, padre ubriacone, prete ghostbuster, bambini idioti, fugaci apparizioni negli specchi, blackout estemporanei, foto in b/n di morti seduti o sdraiati (visti in The Others), scena nella doccia, scena in soffitta e scena nella stanza delle torture. La novità (relativamente) è il protagonista, affetto da cancro e pronto a sacrificarsi per espiare le colpe altrui (questo invece è un cliché proprio dell’horror orientale). Alcuni attori sono bravissimi (Kyle Gallner su tutti) ma la storia, potenzialmente struggente e con tanta carne a cuocere, è sfilacciata e senza cuore. The Orphanage è lontano 1000000000000000000 anni luce. Voto – 5.

Vi riporto una simpatica barzelletta raccontata a inizio film.
Dottore: “Lei, mi dispiace dirlo, ha un tumore e soffre anche di Alzheimer”
Paziente: “Uhhhhhh… meno male… almeno non ho un tumore”

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