Cast: Emily Browning, Arielle Kebbel, David Strathairn
Genere: Horror
Durata: 85’
Ennesimo remake stars and stripes di una pellicola orientale. Dal 2002 a oggi è successo spesso: vedi The Ring, Dark Water, The Grudge e consociati. In questo caso l’originale, Changhwa Hongryon del 2003, è sconosciuto ai più. Eppure il tema, in linea con i canoni dell’horror dagli occhi mandorla, ha quel fascinoso quid che lo discosta dai bidoni rifilatici negli ultimi anni da chi ha razziato il mercato nipponico senza scrupoli. La trama è infatti alquanto sfrondata: Anna, appena dimessa da un istituto psichiatrico, torna a casa per far luce sulla misteriosa morte della madre avvenuta un anno addietro. I sospetti cadranno sulla nuova compagna del padre.
The Uninvited non è di certo un capolavoro, ma avrà il merito di stupire soprattutto chi è alle prime armi con il genere, giocando con le atmosfere care all’horror abitativo (una casa con laghetto annesso, fantasmi accampati sotto letti e lunghi silenzi), ma ha vita breve con chi invece conosce bene tali meccanismi. L’eccessiva linearità del plot (che si perpetra per 70 minuti) tradisce le ingannevoli intenzioni della sceneggiatura, ottenendo comunque nel finale un colpo di scena notevole ma attesissimo da chi ha scoperto presto gli altarini. Voto – 6.5 (per neofiti) – 5 (per veterani).
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