sabato 27 febbraio 2010
Jennifer’s Body (Karyn Kusama, 2009)
Cast: Megan Fox, Amanda Seyfried, Adam Brody
Genere: Horror
Durata: 98’
Scritto da Diablo Cody (dal nome non si direbbe ma è una donna), vincitrice al primo colpo dell’Oscar per la sceneggiatura di Juno, Jennifer’s Body non è un viaggio ormonale tra le curve di Megan Fox. Jennifer’s Body è un film horror a tutti gli effetti. Protagonista appunto la Jennifer del titolo, mean girl tutta falcata felina e labbra carnose, che per un sacrificio errato finisce per esser posseduta da un demone maligno, assetato di giovane carne umana. Nulla di più facile per Jennifer, mangia-uomini per antonomasia. A farle compagnia in una carneficina adolescenziale la sua amica secchiona Needy (Amanda Seyfried), consapevole della mostruosa trasformazione di Jennifer ma indecisa sul da farsi, fin quando a rischiare la vita non è il suo imbranato fidanzatino. Il film, che ha qualcosa da spartire con horror collegiali come The Faculty e Carrie 2, conserva la struttura narrativa classica dello slasher ed è sorretto da dialoghi frizzanti e battutine mirate a sbeffeggiare alcuni topoi dello showbiz americano. Non un capolavoro, ma il sottotesto goliardico riscatta la linearità di un plot scontato (e nell’horror la banalità è all’ordine del giorno). Traditi tutti i seguaci di Megan Fox, speranzosi di vedere una tetta o un orgasmo coatto (ma una scena lesbo riscatta la parziale delusione). Ben più disinibita Amanda Seyfried (vista in Mamma mia!), bionda rotondetta con un certononsoche che aveva dato prova della sua procacità già in Mean Girl. In piccoli ruoli J.K. Simmons e Kyle Gallner, protagonista di Il Messaggero. Voto 6.5.
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lunedì 22 febbraio 2010
Amabili Resti (Peter Jackson, 2009)
Cast: Saoirse Ronan, Stanley Tucci, Mark Walhberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon
Genere: Thriller/Fantasy
Durata: 121’
Tratto dall’omonimo romanzo di Alice Sebold, è la storia della quattordicenne Susie Salmon, vilmente assassinata dal proprio vicino di casa. Catapultata in una dimensione ultraterrena, la “terra di mezzo”, cercherà di aiutare il padre, deciso nello scovare l’omicida. Il talento visivo e visionario di Peter Jackson non si discute (la scena dei galeoni di vetro è straordinaria); l’abbiamo già elogiato in fantasy puri come la trilogia dell’Anello e King Kong. Ma cosa succede quando la magniloquenza di un mondo soprannaturale va a fondersi con le atmosfere di un dramma che pianta i piedi nella triste quotidianità? Il risultato è probabilmente sotto le aspettative. Peter Jackson dimostra di saper gestire entrambi i registri narrativi, ma li lascia colpevolmente correre su due binari paralleli. Manca quindi un’interazione convincente tra le due “realtà”; non bastano i simbolismi tra l’altro spesso trattati con “fantastica” superficialità. La sensazione, usciti dal cinema, è quella d’aver visto 2 film in uno che, presi singolarmente, funzionano benissimo ma che perdono, nell’atto dello sposalizio, metà della propria efficacia. La punta di diamante del prodotto resta però il cast. Saoirse Ronan, accantonata la perfidia di Espiazione, si conferma magnifica mentre un mefistofelico Stanley Tucci si cala in un ruolo lontano dai suoi standard. Aderenti alle parti anche Mark Wahlberg, una fragile Rachel Weisz e l’istrionica, perennemente sbronza, Susan Sarandon. Gli Amabili Resti del titolo sono i legami che vanno a fortificarsi attorno a una scomparsa, perché un’assenza, così violenta, ha il potere di creare un punto di contatto tra animi apparentemente incompatibili. Voto – 6.5.
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Vedere o Non Vedere Scusa ma ti voglio sposare??
20 Motivi per i quali NON DOVETE vedere Scusa ma ti voglio sposare
Perché non avete visto il primo (la scusa più usata al mondo)
Perché il regista è quello che ha scritto il libro 3MSC (basterebbe questo!)
Perché nell'altra sala c'è l'ultimo film di Nicolas Cage (ebbene si, a parità "imbrusatura" preferite quello)
Perché Raoul Bova è la dimostrazione vivente che non si può essere belli e bravi allo stesso tempo
Perché la protagonista nonostante non sia una gran gnocca se la tira lo stesso
Perché il cinema pullulerà di coppiette felici e gridolini isterici
Perché Tinto Brass ha già un prequel in cantiere (Scusa ma ti chia*o amore) e se vedete prima questo poi si sballa la saga
Perché guarda caso esce due giorni prima di San Valentino
Perché non è in 3D. Considerando lo “spessore” culturale del film non è nemmeno in 2D
Perché vi hanno detto che ne trarranno un musical
Perché vi hanno detto che ne trarranno un libro
Perché togliendo tutti i rallenti il film dura 8 minuti
Perché nel cinema dove andate di solito non vendono più quelle belle patatine con la salsa messicana
Perché è scandalosamente fuori dalla corsa per gli Oscar
Perché Spielberg l'ha visto di notte sul suo portatile e s'è cagato sotto dalla paura
Perché un'attrice che si chiama Quattrociocche non farà mai strada
Perché dopo aver visto Paranormal Activity non metterai mai più piede in un cinema
Perché se ci vai per cuccare con la tua fidanzata lei prenderà la palla al balzo per metterti a confronto con Raoul Bova (sono cose che gravano pesantemente sull'autostima)
Perché Domenica sera lei ha le sue cose
Perché Domenica sera voi avete le vostre cose: c'è Napoli-Inter
20 Motivi per i quali DOVETE vedere Scusa ma ti voglio sposare
Eh ragazzi per quanto mi sia sforzato non m'è venuto niente!!
Perché non avete visto il primo (la scusa più usata al mondo)
Perché il regista è quello che ha scritto il libro 3MSC (basterebbe questo!)
Perché nell'altra sala c'è l'ultimo film di Nicolas Cage (ebbene si, a parità "imbrusatura" preferite quello)
Perché Raoul Bova è la dimostrazione vivente che non si può essere belli e bravi allo stesso tempo
Perché la protagonista nonostante non sia una gran gnocca se la tira lo stesso
Perché il cinema pullulerà di coppiette felici e gridolini isterici
Perché Tinto Brass ha già un prequel in cantiere (Scusa ma ti chia*o amore) e se vedete prima questo poi si sballa la saga
Perché guarda caso esce due giorni prima di San Valentino
Perché non è in 3D. Considerando lo “spessore” culturale del film non è nemmeno in 2D
Perché vi hanno detto che ne trarranno un musical
Perché vi hanno detto che ne trarranno un libro
Perché togliendo tutti i rallenti il film dura 8 minuti
Perché nel cinema dove andate di solito non vendono più quelle belle patatine con la salsa messicana
Perché è scandalosamente fuori dalla corsa per gli Oscar
Perché Spielberg l'ha visto di notte sul suo portatile e s'è cagato sotto dalla paura
Perché un'attrice che si chiama Quattrociocche non farà mai strada
Perché dopo aver visto Paranormal Activity non metterai mai più piede in un cinema
Perché se ci vai per cuccare con la tua fidanzata lei prenderà la palla al balzo per metterti a confronto con Raoul Bova (sono cose che gravano pesantemente sull'autostima)
Perché Domenica sera lei ha le sue cose
Perché Domenica sera voi avete le vostre cose: c'è Napoli-Inter
20 Motivi per i quali DOVETE vedere Scusa ma ti voglio sposare
Eh ragazzi per quanto mi sia sforzato non m'è venuto niente!!
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sabato 20 febbraio 2010
Giallo (Dario Argento, 2008)
Cast: Adrien Brody, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky
Genere: Thriller/Horror
Durata: 89’
Un titolo, una sentenza. L’ultima fatica dell’Argento nazionale, prodotta circa due anni fa, è un vero e proprio “giallo”; basculante nell’affollato limbo dei prodotti da distribuire. Ignorato in Italia come negli States (dove il regista gode di profonda ammirazione) vanta la presenza di una ragguardevole coppia d’attori; il premio oscar Adrien Brody (Il pianista) e l’intrigante Emmanuelle Seigner (Frantic). Ciò non è comunque bastato. Uscirà in sala? Credo di no. Ma in compenso circola da un bel po’ in rete. Visto in lingua originale col sostegno vitale dei sottotitoli (non ci crederete ma nonostante sia ambientato a Torino tutti parlano in inglese) narra la storia di un Serial Killer itterico (dal colorito, appunto, giallo) che rapisce tramite taxi giovani e innocenti donne. Sulle sue orme Enzo, solitario ispettore tornato da New York, che vive negli anfratti di un commissariato tra foto di ragazze sfigurate e ricordi strazianti. A porlo sulla giusta strada sarà l’irreprensibile vigore di una donna, decisa a ritrovare sua sorella, scomparsa misteriosamente proprio a bordo di un taxi bianco. Dall’Argento post-Opera (1987) non ci si aspetta più nulla di trascendentale ma Giallo è sostanzialmente un film onesto, girato con l’ausilio di un’ottima fotografia e supportato dalla sobria prova del cast; con i piedi per terra rispetto a La terza madre e molto affine nei temi a Il Cartaio. Non sa di scandalo nazionale la mancata distribuzione ma non avrebbe mal figurato al fianco di film ben più deprecabili. Voto – 5.5.
Guida ai luoghi comuni di Giallo
Flashback: perché tutti i detective sono perennemente tormentati dalle immagini di un vecchio omicidio? L’ispettore interpretato da Adrien Brody almeno non è attaccato a una bottiglia di gin.
“Luoghi” comuni: si comincia subito con un bel teatro d’opera, location tipica dei film d’Argento. Perché noi italiani ammazziamo con stile.
Antiche Passioni: ancora una volta Argento mostra il suo antico amore per i vetri frantumati. Efficacemente letali.
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mercoledì 10 febbraio 2010
Drag Me to Hell (Sam Raimi, 2009)
Cast: Alison Lohman, Lorna Raver, Justin Long
Genere: Horror
Durata: 99’
Sam Raimi is back. Ammainata temporaneamente la ragnatela posticcia dell’Uomo Ragno (uno dei più sopravvalutati supereroi del decennio), l’unico regista che ha saputo miscelare horror e ironia con singolare sapienza è tornato ai fasti dei primi due capitoli di Evil Dead (La casa). E lo fa affrontando un tema ricorrente, caro a tirati conservatori e aspiranti spendaccioni. La crisi economica c’è o non c’è? Per la gitana Mrs. Ganush c’è, eccome: pur di tenersi stretta la sua casa arriva a prostrarsi a piedi di una banchiera in aria di promozione. Quest’ultima rifiuta il prestito e la fattucchiera dai denti stalattitici (orrendamente brava Lorna Raver) la maledice. E come un incubo destinato a divenir realtà l’anatema va a segno. Da quel giorno la vita della giovane ragazza (adoro Alison Lohman) si trasforma in un perverso calvario: apparizioni improvvise, pranzi obbrobriosi, esorcismi grossolani e sacrifici “domestici”. L’unico modo per salvarsi? Trasferire, tramite un regalo, la propria condanna a qualcun altro. L’horror secondo Raimi non vive di sole atmosfere gotiche e porte cigolanti: si può ridere e rabbrividire a distanza di secondi. Splatter e slapstick deambulano a braccetto. Una scena è già destinata a diventare cult: il morso senza dentiera librato dalla fattucchiera ai danni della povera fanciulla. Che Raimi torni all’horror dei primordi! Ne abbiamo piene le tasche di Tobey Maguire. Voto – 7
Guida ai luoghi comuni di Drag me to Hell
La Fattucchiera Millantatrice (pag.91): nel film di Raimi sciorina il meglio di sé con tanto di pezzuola in fronte, denti mancanti e pagliericcio in testa.
Il Grande Dilemma: perché quando c’è da sacrificare un animale ci va di mezzo sempre un povero gatto?? Maledette credenze medievali…
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10 Motivi per VEDERE e per NON VEDERE Paranormal Activity
10 motivi per i quali DOVETE vedere Paranormal Activity
Perché volete capire cos’è quel rumore che sentite sempre di notte
Perché la protagonista ha due tette Paranormal
Perché dura poco
Perché siete convinti sia un film di Steven Spielberg
Perché vi hanno detto che l’Horror può esorcizzare le vostre paure
Perché nell’altra sala c’è Bangkok Dangerous con Nicolas Cage
Perché anche voi avete acquistato lo stesso modello di telecamera dei protagonisti ma nella vostra scatola il commesso non ha messo il treppiedi
Perché siete stanchi della vostra consueta Very Normal Activity: lavorare, fare la spesa, crescere dei figli
Perché il primo vi era piaciuto (??)
Perché in tv c’è il “serale” di Amici
10 motivi per i quali non DOVETE vedere Paranormal Activity
Perché prima di Napoli-Palermo Aurelio De Laurentiis era a bordo campo per promuoverlo
Perché se lo vedete contribuite a rafforzare la campagna acquisti del Napoli (vale per i tifosi di altre squadre)
Perché l’unica cosa Paranormal è l’interpretazione scandalosa del protagonista
Perché Steven Spielberg ha detto che fa paura. Ha forse dimenticato com’era ridotto Harrison Ford nel suo ultimo Indiana Jones?
Perché se non lo vedi possiamo almeno una volta dimostrare l’inefficacia del Marketing
Perché la sala è zeppa di dodicenni brufolosi
Perché vi brucia che i protagonisti abbiano una casa così bella nonostante l’inettitudine
Perché lo avete già scaricato da Internet, ma era un porno
Perché il prete della vostra Chiesa ha detto che sono tutte stronzate
Perché in tv c’è il “serale” di Amici
Perché volete capire cos’è quel rumore che sentite sempre di notte
Perché la protagonista ha due tette Paranormal
Perché dura poco
Perché siete convinti sia un film di Steven Spielberg
Perché vi hanno detto che l’Horror può esorcizzare le vostre paure
Perché nell’altra sala c’è Bangkok Dangerous con Nicolas Cage
Perché anche voi avete acquistato lo stesso modello di telecamera dei protagonisti ma nella vostra scatola il commesso non ha messo il treppiedi
Perché siete stanchi della vostra consueta Very Normal Activity: lavorare, fare la spesa, crescere dei figli
Perché il primo vi era piaciuto (??)
Perché in tv c’è il “serale” di Amici
10 motivi per i quali non DOVETE vedere Paranormal Activity
Perché prima di Napoli-Palermo Aurelio De Laurentiis era a bordo campo per promuoverlo
Perché se lo vedete contribuite a rafforzare la campagna acquisti del Napoli (vale per i tifosi di altre squadre)
Perché l’unica cosa Paranormal è l’interpretazione scandalosa del protagonista
Perché Steven Spielberg ha detto che fa paura. Ha forse dimenticato com’era ridotto Harrison Ford nel suo ultimo Indiana Jones?
Perché se non lo vedi possiamo almeno una volta dimostrare l’inefficacia del Marketing
Perché la sala è zeppa di dodicenni brufolosi
Perché vi brucia che i protagonisti abbiano una casa così bella nonostante l’inettitudine
Perché lo avete già scaricato da Internet, ma era un porno
Perché il prete della vostra Chiesa ha detto che sono tutte stronzate
Perché in tv c’è il “serale” di Amici
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martedì 9 febbraio 2010
Paranormal Activity (Oren Peli, 2007)
Cast: Katie Featherston, Micah Sloat
Genere: Horror
Durata: 86’
Beh! Dovevo capirlo quando vidi Aurelio De Laurentiis promuoverlo a bordo campo prima di Napoli – Palermo. E invece no. Nonostante un allarme assordante suonasse dentro di me con tanto d’insegna luminosa “Grandi Manovre di Marketing = Grandi Fregature”, un soleggiato dì di febbraio mi son ritrovato seduto in sala circondato da una miriade di concittadini tele-lobotomizzati, probabilmente di fede partenopea e spinti dall’ auspicio di poter indirettamente sostenere il prossimo mercato estivo del Napoli portando così un vero campione all’ombra del Vesuvio. Una motivazione quanto mai lodevole. Ma io che tifo Milan perché cavolo sono andato a vederlo?? In sostanza, citando lo più sfigato ragioniere d’Italia, Paranormal Activity è “una cagata pazzesca”. Costato una miseria, appena 15000 dollari (il film è stato girato a casa del regista), ne ha incassati “a palate” palesando ancora una volta l’inconfutabile efficacia del Marketing. Di mezzo anche Spielberg che quando l’ha visto sul suo portatile (non mi dite che Steven l’ha scaricato da Internet!) sostiene di non aver retto a cotanto terrore; ha dimenticato probabilmente com’era conciato Harrison Ford nel suo ultimo Indiana Jones. Inutile raccontarvi la trama, conosciuta ai più. Si cita Entity, L’Esorcista fa capolino a metà film, e appare l’inevitabile rimando a The Blair Witch Project. Non manca nessuno a parte la credibilità dell’attore protagonista. Le tanto annunciate riprese notturne tradiscono le attese: i soliti rumori, porte che sbattono, luci automatiche e lenzuola garrenti. Ma ciò che fa ribrezzo è il lavoro “diurno” ove non succede una beneamata cippa. Pur di riempire gli spazi vuoti il regista ha optato per i consueti battibecchi familiari di stampo voltagabbana (E’ colpa tua se siamo qui!), per una ventina di minuti abbondante nel quale Lui cerca di accoppiarsi con Lei previo ripresa, e per uno schema ripetitivo alquanto disarmante: scene nelle quali rivediamo al pc cose appena viste di notte. Spezzando in corner 2 lance a favore del film, Paranormal Activity è uno dei pochi prodotti da vedere a casa e ove possibile in lingua originale. Dribblo gli spoiler e non mi sbilancio sul finale (in dvd ne esistono svariati alternativi) ma ne approfitto per tranquillizzare i tifosi napoletani: visti gli incassi l’anno prossimo è scudetto. Voto – 4.
Guida ai luoghi comuni di Paranormal Activity
Personaggi: a metà film sbuca il Prete Fifone che se la dà a gambe levate appena avverte “presenze ostili”. Pur di scappare in fretta e furia scalcia e spintona i protagonisti.
I grandi classici: la ragazza vedendo il suo fidanzato con il nuovo totem tecnologico tra le mani dice divertita: “E’ una telecamera quella??”. Secondo te?
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lunedì 8 febbraio 2010
500 Giorni insieme (Marc Webb, 2009)
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Zooey Dechanel
Genere: Commedia
Durata: 95’
Titolo Originale: (500) Days of Summer
“Attenzione questa non è una storia d’Amore”: la voce-off tende a precisarlo al fischio d’inizio. Per evitare fuorvianti aspettative o per discostarsi dai consueti paradigmi del genere? Forse entrambe o nessuna. Eppure non sapremo mai se questa è o no una storia d’Amore perché in fondo oscura è a noi la giusta definizione della parola Amore. Probabilmente 500 Giorni insieme non è un film consigliabile a chi ha le idee già confuse nel campo. O altrettanto probabilmente è da raccomandare a chi sostiene d’aver ben stampate nella testa quelle proposizioni o definizioni prefabbricate capaci di illustrare un assioma talmente indecifrabile. Sole è una ragazza genuina, irresistibile nella sua fittizia sciatteria, che a differenza di un qualsivoglia esemplare della sua razza non sogna l’amore. Ascolta i propri istinti, le pulsioni, cade come tutti nei piaceri veniali di una vita da comune mortale. Ma di legami, di “Storie serie” come sottolinea svariate volte, neanche a parlarne. Ne sa qualcosa Tom, giovanotto che credendosi speciale ignora d’essere terribilmente in linea con le aspettative sentimentali dei suoi simili. Pur di “amarla” accetta di vivere un rapporto che non sia appunto una “Storia seria”, condividendo con lei attimi unici, momenti goliardici, dubbi ancestrali. Il tutto scandito dai 500 Giorni del titolo, in un andirivieni temporale dove, tra i primi 150 forgiati su disilluse speranze e gli ultimi 50 utili per farsene una ragione, impazzano 300 giorni zeppi di paure e esitazioni riconducibili all’incapacità del protagonista di reggere il gioco fino alle estreme conseguenze. Una panoramica (ir)razionale nel cuore dell’essere umano, un’epopea agrodolce che pochi hanno il “privilegio” di non aver realmente vissuto. Perché camminando sul ciglio del burrone rischi di cascare di sotto, di farti incredibilmente male. E ci ostiniamo a ripetere che ne vale la pena, che è d’obbligo andare avanti senza rimpianti, sapendo d’aver fatto il possibile per condurre la barca verso l’isola che non c’è, ma consci al contempo del naufragio finale. 500 giorni sono un frammento della propria esistenza, un bagaglio emotivo comunque destinato a lasciar tracce indelebili, ma poi un dì qualsiasi ti alzi, esci di casa, vai in un luogo qualsiasi – che sia un bar, un ristorante, un parco o una sala d’attesa per un colloquio di lavoro - e senza accorgertene, investito da quello che tutti chiamiamo erroneamente “destino”, ricominci da 1. Voto – 8.
Annotazioni registiche: Marc Webb mostra in alcune trovate visive d’aver visto e rivisto Il favoloso mondo di Amelie (vedi la scena nel cinema e il gustoso parallelismo in split screen tra le Aspettative e la Realtà) e quindi quelli che possono sembrare dei brillanti colpi di genio non sono null’altro che un sincero plagio-omaggio al cinema di Jean-Pierre Jeunet.
Curiosità: nell’edizione statunitense la protagonista si chiama Summer, e non Sole, il ché restituisce e giustifica il vero significato del titolo originale 500 Days of Summer, tradotto in italiano in modo edulcolorato.
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