domenica 12 febbraio 2012

I spit on your grave (Steven R. Monroe, 2010)




Cast: Chad Linberg

Genere: Horror Revenge

Durata: 110’

Paese: Usa

Voto: 6

Giovane scrittrice in cerca d’ispirazione affitta un’enorme baita in una landa desolata. Il paesaggio non è malaccio. Il grande problema risiede nelle poche persone che lo abitano: tutti con qualche rotella fuori posto. Ma la ragazza è sin troppo eccitata per percepire il principio di tragedia innescatosi. Infatti mentre noi spettatori abbiam già fiutato l’andazzo, e ci chiediamo come faccia la tipa a “cercare l’ispirazione” tra cigolii sinistri e tetri casolari, ecco irrompere il dramma nelle vesti di 4 teddy boys (uno di essi è il classico scemo del villaggio sessualmente turbato). Il motivo di quella che certamente non è una visita di cortesia è presto intuibile, ma i ragazzacci perdono tempo nel manifestare il proprio ego, tra canne di pistola infilate in bocca e umiliazioni verbali, facilitando la fuga della ragazza che, raggiunto il bosco adiacente, si imbatte nello sceriffo locale. Sospiro di sollievo??? Sti cazzi!! Il braccio violento della legge è in realtà il mammasantissima di tutti gli squilibrati e dopo aver riaccompagnato la ragazza alla baita dà inizio al secondo tempo della vessazione. Si parte con lo sverginamento del mentecatto per finire con la sodomia irreversible dello sceriffo. La scrittrice, ridotta a uno straccetto, si dirige zombescamente verso un ponte e in barba agli aguzzini si getta nel fiume. Sarà morta? Chi lo sa! Nel frattempo si fanno scomparire le prove e lo sceriffo torna tra le mura domestiche dove si mostra quale padre amorevole e responsabile. Ma la legge del taglione è dietro l’angolo. La ragazza risorge dalle acque come l’araba fenice e, mettendo in atto delle torture che a confronto Jigsaw è un misericordioso principiante, uccide i suoi stupratori. C’è chi affoga nella soda caustica, chi diviene un banchetto per corvi e chi si ritrova senza denti e con il birillone nella faringe. Il dessert è la canna di un fucile su per il culo dello sceriffo. In un paese, dove nessuno si chiede niente, giustizia è fatta. Peccato che la trama per quanto credibile e inquietante nella prima oretta prenda una piega assurda nella fase revenge; una lady vendetta capace, a poche ore da uno stupro inumano, di mantenere la stessa freddezza di Valentino Rossi al cavatappi di Laguna Seca, appare fantascienza allo stato puro. Il regista sembra divertirsi troppo nel costruire le torture scaraventando l’istinto omicida della giovane fanciulla nel baratro dell’autocompiacimento e inchinandosi ai canoni del moderno torture porn. Film sadico al punto giusto ma negli intenti trito e ritrito. E poi vogliamo elencare i luoghi comuni?? Sceriffi psicopatici, cellulari rotti, meccanici bifolchi e via dicendo? Il titolo vuol dire letteralmente “Io sputo sulla tua tomba”. Voto: 6.

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