domenica 19 febbraio 2012

Quarantena 2: Terminal (John Progue, 2011)



Genere: Horror

Durata: 80’

Paese: USA

Voto: 5.5

Dopo l’algido copia e incolla del primo capitolo ai danni di REC tutti s’aspettavano un ovvio remake senza spessore del suo sequel e invece Quarantena II prende tutt’altra strada, discostandosi immediatamente dal prototipo iberico. Siamo su un aereo e, tra i pochi passeggeri presenti, un tizio viaggia in compagnia di alcuni criceti ecuadoregni che a sua insaputa (o forse no) sono portatori di un virus capace di trasformare l’essere umano in uno zombi rabbioso e dinamico; in verità più stile 28 giorni dopo che alla REC. Al regista non interessa il quadro psicologico dei personaggi - liquidato nei primi dieci minuti dove ognuno accenna al suo passato o ai progetti futuri in modo fastidiosamente didascalico – ma soltanto lo sviluppo horror/action della trama, che può dar finalmente fiato alle trombe quando un obeso sudaticcio, morso da uno dei criceti, inizia a sbavare e vomitare copiosamente finendo per aggredire i membri dell’equipaggio. L’aereo, dirottato suo malgrado verso un vicino aeroporto, “scarica” i suoi passeggeri in un gate dove poter raggiungere l’agognata salvezza. E invece no! Il gate è prontamente messo in quarantena perché nel frattempo il virus si è sparso in altre metropoli. Uscirne vivi sarà un’impresa. In questo film, dal taglio maledettamente televisivo, a salvarsi sono l’idea di ambientare il tutto in un aeroporto e il coraggio di fondo nell’affrontare un genere ricco di trappole, ma si pecca vistosamente nel creare la suspense (regia non pervenuta e colpi di scena bruciati da inquadrature matrimoniali) risultando, in più, irritante quando fa capolino quella furbizia sgamata nell’usare congegni narrativi già visti altrove. Da un lato si è tentati nel classificare Quarantena 2 quale prodotto dignitosamente di serie B, dall’altra si ha paura di etichettare come godibile un collage di luoghi comuni, tanto pieno di bava quanto purtroppo privo di sangue. Voto: 5.5.

Nessun commento:

Posta un commento