giovedì 16 febbraio 2012
Hellraiser: revelations (Victor Garcia, 2011)
Genere: Horror
Durata: 75’
Paese: Usa
Voto: 4.5
Dal challenge delle saghe infinite sbuca il nono capitolo di Hellraiser, franchise inizialmente tra i più riusciti, ma indubbiamente nel tempo meno affascinante dei vari Nightmare o Venerdì 13. Chi ha voluto aggiungere un ultimo tassello alle vicissitudini del mefistofelico Pinhead risponde al nome di Victor Garcia. “Victor chi??” vi starete chiedendo. Beh a tale domanda neanche il sottoscritto ha saputo controbattere, ma pare che questo Garcia abbia passato la vita a creare esseri di gomma per la Filmax. Non è Wes Craven insomma (fortunatamente aggiungerei). A dargli manforte alla sceneggiatura c’è un tale Gary J. Tunnicliffe che a questo punto additerei quale autore di questo pasticciaccio, scagionando l’ignoto Garcia che se la cava sufficientemente. Infatti se nei primi 15 minuti la trama sembra avere le idee chiare mostrandoci i due scavezzacolli Nico e Steven fuggire in Messico in cerca di sballo, per renderci partecipi prima dell’uccisione di una prostituta e poi del risveglio di Pinhead a causa del consueto magic box, quando Steven torna a casa sotto shock, portando con sé il Male in persona, il plot s’accartoccia bruscamente. La storia a questo punto vorrebbe imboccare diverse strade narrative. Peccato che le imbocchi tutte contemporaneamente… e contromano; c’è un po’ di dramma familiare, con tanto di corna trasversali, un ragazzo che imbraccia un fucile tenendo sotto scacco i propri cari, che fa molto Bowling a Columbine, e infine udite udite c’è anche l’horror, racchiuso nelle poche apparizioni del povero Pinhead che ha la faccia di chi vorrebbe dirci “Ehy nel titolo c’è il mio nome, ve ne siete accorti???”. Per fortuna c’è un po’ di splatter nudo e crudo, per sfortuna si manifesta sempre allo stesso modo, ovvero sottoforma di uncini che squarciano le guance o il collo. Ma se a soffrire le pene dell’inferno sono degli attori credibili quanto un ristorante italiano a Pechino (tra tutti spiccano un pater familias monoespressivo e una donna che dall’alto dei suoi 30 anni dovrebbe interpretare la mamma di un venticinquenne) allora è tutto sangue che cola. Voto: 4.5.
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